Davide Lacerenza torna a parlare e Milano trema: “Da me venivano tutti”

Lacerenza riappare dopo l’inchiesta Gintoneria: un racconto crudo sulla cocaina, le escort e la Milano che non cambia.

Si torna a parlare di Davide Lacerenza: complice la conclusione delle indagini della Procura di Milano e l’intervista rilasciata dall’ex deus ex machina della Gintoneria a La Zanzara, Lacerenza torna alla ribalta e lancia frecciate non da poco. Dopo aver ringraziato la magistratura per averlo, in qualche modo, salvato dall’abuso di sostanze, dichiara che a Milano la situazione è pressoché identica a quella dei tempi d’oro del suo locale e, soprattutto, che tra i suoi clienti figuravano personaggi di primissimo piano, anche della politica. Ma andiamo con ordine.

Davide Lacerenza a ruota libera a La Zanzara
Davide Lacerenza torna a parlare e Milano trema: “Da me venivano tutti” – malaspinahotel.it

Nell’avviso di conclusione indagini sull’inchiesta relativa a droga e prostituzione legata alla Gintoneria compaiono anche riferimenti a un’influencer e a un noto giornalista di gossip e televisione. Secondo quanto emerge, a entrambi sarebbero stati offerti quantitativi di cocaina all’interno del privè La Malmaison, in due notti distinte del maggio 2024. Entrambi i personaggi non risultano indagati, ma la vicenda contribuisce a delineare il contesto che ruotava attorno a quel mondo a cui probabilmente appartenevano (o cui hanno preso parte) tanti insospettabili.

Lacerenza ospite alla Zanzara lancia le bombe (e Milano trema)

Come detto, c’è la voce diretta di Lacerenza che nel salotto radiofonico di Cruciani sceglie di non avere filtri: “Ringrazio la magistratura italiana per avermi fermato, non so come faccio ad essere ancora vivo. Pippavo dai cinque ai dieci grammi al giorno, restavo sveglio anche per quarantotto ore. La cocaina mi ha fatto impazzire, ero un’altra persona“. Parole che segnano una distanza netta dal personaggio social iperbolico, quello delle bottiglie di champagne e delle notti senza freni (proprio grazie alla bamba).

“Non la chiamo più cocaina, per me è la sostanza. Al centro di recupero ho lavorato pure sulle parole”: ha quindi raccontato, spiegando come il percorso al SerD lo abbia portato a rimettere in discussione se stesso, partendo anche dal linguaggio. E aggiungendo: “Preferisco deludere i fan, devono capire che entrare in quella merda di mondo ti fa diventare un’altra persona. Ho perso cinque anni della mia vita”.

Sulla questione droga e spaccio ha ribadito la linea che h abbracciato da principio: “Non ho mai spacciato, la compravo per me. A volte la cedevo ai clienti, ma non ho mai vissuto di quello. Facevo 8-10 mila euro a sera, non ne avevo bisogno. Sono stato un pirla, questo sì. Spesso mi chiudevo con i clienti che spendevano di più, provavo la loro roba, perché se la portavano da fuori e non si fidavano”.

Quindi, sulle escort: “Le stesse ragazze che venivano da me oggi sono in altri locali. Non è cambiato nulla. Oggi prendono settanta euro dai pr e aspettano ai tavoli. È sempre stato così. Io avevo una lista sul telefono con tutti i numeri e con scritto cosa facevano e cosa no”.

Ma le parte ancora più forte de arrivare.

Dapprima la drammatica confessione sul periodo ai domiciliari: “Mai pensato al suicidio, ma se fossi finito in carcere non avrei retto. Il primo mese chiuso in casa ho continuato a farmi, poi ho avuto un ictus. Da lì ho capito che stavo morendo”.

Quindi, la frase più impattante – che fa letteralmente tremare Milano: “Da me venivano tutti. Politici, magistrati, imprenditori. Ho ancora i nomi e i messaggi sul telefono”.

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