Allerta alimentare in Italia, dove in un lotto specifico di formaggio è risultata la presenza di una sostanza che è considerata un potente cancerogeno.
Allarme sicurezza alimentare in Italia per un formaggio risultato contaminato da una sostanza potenzialmente cancerogena: il motivo del provvedimento è la presenza di aflatossina M1, una sostanza che deriva dall’aflatossina B1 ed è nota appunto per le sue proprietà genotossiche e cancerogene. Le aflatossine sono micotossine prodotte da funghi scientificamente detti Aspergillus, in particolare Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus.

Questa tipologia di micotossine si sviluppano soprattutto in condizioni climatiche calde e umide, e la contaminazione in questi casi può avvenire sia direttamente negli alimenti di origine vegetale sia, nel caso di prodotti di origine animale come latte e formaggi, attraverso mangimi contaminati somministrati al bestiame. Nello specifico, l’aflatossina M1 è considerata uno dei più potenti cancerogeni per l’essere umano, insieme proprio alla B1, una delle più pericolose in assoluto.
Cosa sono le aflatossine che si trovano nei prodotti caseari
Tecnicamente, l’aflatossina M1 rappresenta uno dei principali metaboliti dell’aflatossina B1 e può essere presente nel latte, con un passaggio che avviene attraverso il mangime e che varia in base a diversi fattori. Quando parliamo della sua presenza nei formaggi, occorre comunque considerare – sottolineano gli esperti – i diversi livelli, che possono risultare variabili a causa dei processi di concentrazione e della diversa distribuzione della sostanza tra siero e caseine.

La presenza di aflatossine – come di ogni altro elemento che possa nuocere alla salute – negli alimenti che arrivano sulle nostre tavole è regolamentata a livello europeo. I limiti massimi consentiti sono stabiliti dal regolamento CE 1881/2006 che è stato successivamente modificato e per i mangimi destinati agli animali, i livelli massimi di contaminanti, comprese le aflatossine, sono indicati nella direttiva 2002/32/CE.
Quale tipologia di formaggio riguarda il richiamo alimentare
Una situazione, dunque, che deve essere sempre attenzionata, come ricorda anche il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare che aveva sottolineato come i dati disponibili sul latte italiano non mostrassero criticità rilevanti, mentre per quanto concerne i formaggi la stessa situazione risultasse più variabile. Si rende dunque necessario mantenere e rafforzare le misure di controllo e prevenzione lungo tutta la filiera lattiero-casearia.

Purtroppo, nonostante i controlli ferrei, ci sono delle allerte preoccupanti, come quella che riguarda il richiamo di un lotto, il numero 60125246, con data di scadenza fissata al 20 gennaio 2026, di caciotta venduto in confezioni da un chilogrammo e prodotto dall’azienda Santa Maria Srl nello stabilimento di Roma, identificato dal marchio IT 12/057 CE. Esistono due versioni della stessa caciotta, con denominazione di vendita Caciotta di Mucca Pompea e Caciotta Campagnola.





