Will Hunting – Genio Ribelle è il film ideale da rivedere in qualsiasi momento dell’anno: anche se è una storia di finzione, pochi sanno cosa ha ispirato il film.
Un film generazionale che ha commosso tantissimi ed è diventato ormai un cult, non solo del periodo natalizio: questo è Will Hunting – Genio Ribelle, la pellicola che è stata girata da Gus Van Sant, su una sceneggiatura originale di Matt Damon e Ben Affleck, e che vede nel cast, oltre ai due attori citati, anche Robin Williams, Casey Affleck, fratello minore di Ben e Premio Oscar nel 2017, Minnie Driver e Stellan Skarsgård.
Il film ottenne all’epoca due premi Oscar, per il miglior attore non protagonista, a Robin Williams, e per la migliore sceneggiatura originale, oltre ad altre sette nomination, ma soprattutto un successo planetario che anche gli stessi regista, produttore e sceneggiatori non immaginavano: a fronte di un budget di appena 10 milioni di dollari, infatti, la pellicola ha incassato oltre 225 milioni di dollari, ricevendo peraltro soltanto critiche positive.
Di base, il film ha una trama davvero semplice, ma che comunque viene resa complessa sia dalle belle prove attoriali, che dalla regia di Gus Van Sant e dalla sceneggiatura che la sostiene: Will Hunting, giovane genio della matematica cresciuto in un quartiere povero di Boston, scopre il suo talento ma lotta con paure e traumi emotivi; grazie all’aiuto di un terapeuta e degli amici, trova il coraggio di cambiare vita e seguire l’amore.
Una delle leggende metropolitane dietro al film è che in realtà la sceneggiatura sia stata scritta da William Goldman, ma il due volte premio Oscar per Butch Cassidy e per Tutti gli uomini del presidente ha sempre negato questa circostanza. Allo stesso tempo, il film – che Italia1 ripropone stasera 29 dicembre in prima serata – non è tratto da una storia vera, sebbene ci siano circostanze che pare siano riferibili alla vita di Matt Damon.
C’è però un’altra storia vera che si intreccia in qualche modo con la trama del film diretto da Gus Van Sant e che anzi lo avrebbe in qualche modo ispirato: è la vicenda di George Bernard Dantzig, un matematico e statistico vissuto nel Novecento, padre della programmazione lineare e mente geniale, come quella di Will Hunting, personaggio puramente cinematografico. C’è un episodio leggendario della sua vita, che sarebbe avvenuto alla fine degli anni Trenta.
L’episodio non è mai stato confermato e assume anche questo le vesti di una leggenda metropolitana: Dantzig, da studente di dottorato in statistica alla UC Berkeley, arrivò in ritardo a lezione e vide due problemi matematici scritti sulla lavagna, che lui presunse fossero compiti per casa. In realtà, quei problemi dallo studente risolti non erano compiti, ma due problemi statistici famosi non ancora risolti. Quando il suo professore, Jerzy Neyman, lo informò di questo, si creò molto stupore.